I Cremonesi a tavola vol.1

Carla Berinelli Spotti
Ambrogio Saronni

La cucina, si sa, è figlia della geografia, della storia e dell’economia, e l’azione svolta nei secoli dall’uomo nel territorio cremonese ha saputo sfruttarne al meglio le caratteristiche naturali, ottenendo prodotti di grande qualità che costituiscono una base eccellente per piatti ricchi e vari.

Cremona già in età romana andava famosa per la grande fiera autunnale “cui conveniva gran parte d’Italia”, come ricorda Tacito, mentre Polibio sottolinea la quantità dei prodotti alimentari venduti a basso prezzo.

Cremona in passato era celebre per la produzione dei fagioli, e “magiafagioli” sono scherzosamente chiamati i Cremonesi in numerose opere letterarie del Cinquecento e del Seicento. In quel periodo la gloria gastronomica di Cremona era più legata all’invenzione del “nosetto” (un piatto di magro chiamato anche fantasiosamente “cappone senza cosce alla cremonese”) che alla mostarda di frutta candita ed al torrone, ma che per conquistare notorietà e fama dovranno attendere fino all’Ottocento.

Un posto di rilievo hanno oggi insaccati e formaggi, 6 dei quali hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) riconosciuta dall’Unione Europea.

Altri 37 prodotti cremonesi sono stati iscritti tra quelli tradizionali, da salvaguardare e proteggere, della Regione Lombardia e ciò va a vanto della nostra comunità.