Carla Berinelli Spotti
Ambrogio Saronni
La ricerca sulla cucina del territorio, che l’anno scorso ha riguardato i secoli passati ed i prodotti tipici, si completa con questo secondo volume in cui i cremonesi di città e campagna hanno raccontato i loro ricordi personali circa le abitudini e le tradizioni familiari che lentamente, ma profondamente, si sono modificate nel tempo.
Abitudini e tradizioni che oggi sono dimenticate o sconosciute ai più, ma che è bene ricordare perchè sono parte integrante della nostra vita.
Si cucinava seguendo il ritmo delle stagioni, il latte non era ancora venduto in bottiglia, il caffè era un lusso e si preparava con le miscele e la necessità di non sprecare nulla diventava l’arte di utilizzare gli avanzi.
In città si usavano il dado Maggi, il triploconcentrato Mutti e si facevano i primi approcci con il panettone Motta. In campagna si praticava ancora lo scambio: uova, granoturco, qualche scodella di vino in cambio di castagne, di mele o di pere per l’inverno, di riso, di olio, di pasta secca quando le cucine si svuotavano per far posto ai bachi da seta e non c’era il tempo per tirare la sfoglia.
Il carretto con il cavallo è soppiantato dal camioncino che va settimanalmente nelle cascine a vendere quello che lì non si produce e i bambini non aspettano più “el surbetèer” che porta il gelato con l’asinello, ma la moto Guzzi di Fanfoni, che ha sistemato la gelatiera nel sidecar.
In perfetta sintonia per ispirazione e contenuti con i temi toccati nelle testimonianze si sono poi riportate pagine di prosa e di poesia di autori diversi. Sono colorite descrizioni di persone o di luoghi connessi al cibo: botteghe e negozianti, osti ed osterie e si riferiscono al Novecento per quanto riguarda la prosa; per le opere in versi l’arco temporale è molto più vasto: dal Settecento ad oggi ed è interessante notare quanto poco siano cambiate, rispetto ad oggi, le abitudine gastronomiche o, per dirla in altro modo, quanto lunghe e solide siano le radici delle tradizioni gastronomiche cremonesi.
Il volume si conclude poi con un pratico ricettario che raccoglie, seguendo il ciclo delle stagioni, ricette della tradizione e notizie relative alle festività cui sono legate.